Percorso Cippi Commemorativi

L'ANPI di Monte San Pietro è impegnata da sempre nel coltivare la memoria di chi ha liberato Monte San Pietro dal fascismo. Con questo racconto intendiamo rinnovare e aggiornare la mappa dei cippi commemorativi sparsi sul territorio e raccontare qualche episodio relativo alle circostanze dell'uccisione delle persone i cui nomi sono scritti sulle pietre che li ricordano. Non è un trattato di storia, perché le nostre fonti sono le testimonianze e i ricordi di uomini ormai non più in vita e dei loro familiari che hanno voluto raccontare e tramandarci, con grande generosità, le loro dolorosissime esperienze. Tutti i fatti ricordati sono avvenuti tra l'estate del 1944 e la Liberazione.

INFORMATION ABOUT THE ITINERARY

GIRO 1

  • CIPPO 1 - CRESPELLANO: Seguendo la Bazzanese che da Zola Predosa va verso Crespellano, dopo l'abitato, si incontra un cippo restaurato e ampliato nel 2012, eretto nel luogo dove sono stati uccisi quattro partigiani, il 28 agosto 1944, di cui tre di Monte San Pietro, Guido Romagnoli, Salvatore Bignami, Pietro Gandolfi e Fausto Pallotti di Castello di Serravalle. Dalla ricostruzione dei fatti, ascoltando testimoni e raccogliendo notizie dell'epoca della guerra, nella zona, vengono fatti prigionieri diversi uomini, tra cui ragazzi, ma anche partigiani, tutti caricati su un camion per una destinazione finale che si può ben immaginare. Arrivati a Crespellano quattro di loro, vengono fatti scendere e poi fucilati.
Cippo Crespellano


  • CIPPO 2 - RIO MARTIGNONE : Il 7 ottobre 2017, ultimo in ordine di posa in opera, è stato posto il cippo che ricorda il pilota americano Paul Regis Joyce caduto con il suo aereo nel Rio Martignone, il 15 luglio 1944, abbattuto dalla contraerea tedesca di stanza a Montemaggiore. Nella Biblioteca Comunale Peppino Impastato di Monte San Pietro  possibile vedere un modellino dell'aereo ed un paio di guanti della madre del pilota caduto, donati dai parenti.
Cippo Rio Martignone


  • CIPPO 3 - MONTEMAGGIORE: Da Crespellano arriviamo a Montemaggiore al cippo di Pietro Rizzi e Antenore Lanzarini. Rizzi e Lanzarini, ci dicono le testimonianze, sono catturati e legati dietro un carro armato e trascinati sullo sterrato, poi lasciati morire nel luogo dove tuttora c'è il cippo. Non possiamo non pensare agli stenti e alle atroci sofferenze che hanno dovuto patire in quelle ore se guardiamo la data di morte di Antenore, avvenuta il giorno dopo.
Cippo Montemaggiore


  • CIPPO 4 - AMOLA: Ad Amola troviamo il ricordo di Amleto Grazia, comandante partigiano per tutto il periodo della Resistenza, caduto 10 giorni prima della liberazione di Monte San Pietro, avvenuta il 19 aprile 1945. Lui, il comandante, la liberazione del suo paese non la vide. Lui che aveva combattuto anche nella Prima Guerra Mondiale per l'onore della Patria. Un particolare è ricordato in Piazza Nettuno: alla visita del duce nella provincia prima del '43, Grazia veniva puntualmente prelevato dalle forze dell'ordine e trattenuto in caserma perché non "creasse problemi".
Cippo Amola


  • CIPPO 5 - VIA LAVINO: In centro a Calderino di fronte al Comune, su via Lavino, è eretto il cippo in ricordo di 5 giovani: i due fratelli Primo e Giuseppe Fenara, Libero Grandi, Elio Roda, Valter Mignani, tutti fucilati sulle rive del Lavino. All'alba di domenica 27 agosto la 1a compagnia, ribattezzata "Compagnia della Morte", comandata dal capitano della Gnr Enrico Zanarini, di stanza a Castello di Serravalle, e la 2a compagnia del presidio di Castel d'Aiano, comandata dal capitano Pifferi, compiono un rastrellamento per catturare i partigiani della Brigata "63a Bolero" che in quel periodo si trovano nel territorio di Monte San Pietro. Nella zona di Castello (Monte San Pietro) i partigiani vengono colti di sorpresa e tentano la fuga, ma quasi tutti sono catturati. Altre persone vengono catturate a Montemaggiore (Monte San Pietro). Tutti i prigionieri, tra civili e partigiani, ammontano a circa un'ottantina e vengono raggruppati davanti la chiesa di Monte San Pietro. Qui, Mignani, un ex-milite passato ai partigiani, viene tratto con la forza dalla fila dei prigionieri e fatto sfilare davanti a essi nella speranza che indichi chi sono i suoi compagni di lotta, ma lui dice di non riconoscere nessuno; per questo motivo viene picchiato a sangue.
    Nel tardo pomeriggio i prigionieri vengono condotti nella piazza di Calderino e divisi in quattro gruppi: quelli da fucilare subito, quelli da uccidere il giorno seguente, che vengono portati nelle scuole di Gesso di Zola Predosa, quelli da essere deportati in Germania, mentre gli altri, soprattutto donne, vengono rinchiusi in una casina vicino al ponte di Rivabella.
    Lo stesso pomeriggio viene organizzato il plotone d'esecuzione e un testimone ricorda che i militi si sono offerti volontari, dopodiché un sergente della Gnr chiama fuori dal gruppo dei sette prigionieri che si trova in piazza a Calderino, Mignani, i fratelli Fenara e i Roda, i quali vengono condotti nel greto del fiume e fucilati. Poi è il turno di Righetti e Dalle Olle, essi, giungendo nel luogo della fucilazione, vedono i loro cinque compagni a terra ancora agonizzanti. Ai due viene chiesto di esprimere il loro ultimo desiderio, quando arriva un capitano che sospende la fucilazione:
    "Per questi domani la stessa sorte, oppure la Germania", poi estrae la pistola e spara un colpo in bocca a ognuno dei cinque moribondi e, infine, conclude con disprezzo: "Qui ci vuole il becchino".
Cippo Calderino



GIRO 2

MONUMENTO AI CADUTI Partendo dal monumento ai caduti davanti al Comune in Piazza della Pace, che ricorda tutte le vittime di guerra di Monte San Pietro compresi i caduti della Prima guerra mondiale, si prosegue verso monte sulla via Lavino.

  • CIPPO 6 - PONTE DELLE LEPRI: Su via Olivetta, troviamo il ricordo di Orlando Venturi, il quale, scampato al rastrellamento, si è nascosto a Calderino, in zona Maremmana, tenta la fuga, ma poco più avanti nei pressi della località Ponte delle Lepri (via Mongardino), lo intercettano i fascisti che lo prendono e viene ucciso. Si sa per certo che il giorno dopo la madre ritrova il suo corpo e con un carretto lo riporta a Calderino per dargli una degna sepoltura.
Cippo Ponte delle Lepri


  • CIPPO 7 - COLOMBARA: Nel tardo pomeriggio del 5 ottobre una colonna di SS tedesche transita da Calderino verso Montepastore e durante il passaggio dall'abitato la gente si chiede cosa stia succedendo. Anche Mario Osti si trova sul ciglio della strada e li segue, anzi li precede, quando un camion si ferma e due giovani soldati, armi in pugno,
     lo costringono a salire; pochi chilometri più avanti, a Casa Sambro di Colombara, Osti viene fatto scendere e fucilato.
Cippo Colombara


  • CIPPO 8 - PILASTRINO: A Pilastrino di Gavignano dove c'era l'ufficio postale, una pattuglia motorizzata di tedeschi chiede a Celso Masini, l'impiegato della posta, la strada per Tolè, lui indica la direzione da prendere e sembra filare tutto liscio, ma alla sera, quando l'ufficio chiude e Masini si incammina per recarsi a casa, a Mulino Nuovo, incontra nuovamente le camionette con gli stessi tedeschi che qualche ora prima gli avevano chiesto le informazione per Tolè, i quali gli sparano addosso una raffica di mitra. Verrà ritrovato la mattina successiva.
    Il giorno seguente (6 ottobre) un nuovo rastrellamento coinvolge il comune di Monte San Pietro, durante il quale vengono catturati circa 150 uomini che vengono deportati in Germania, da dove molti non faranno più ritorno.
Cippo Pilastrino di Gavignano


  • CIPPO 9 - VIA VARSELLANE: A Montepastore lungo via Varsellane al confine fra Marzabotto e Monte San Pietro, esattamente a Ca' del Bue, vengono trucidati, il 5 agosto 1944: Arsenio Beghelli, i fratelli Armando e Francesco Betti, Camillo Calzolari, Dionigio Neri, Enrico Venturi. Un ringraziamento va ai parrocchiani di Monte Severo per aver ricordato la strage con una lapide collocata nella Chiesa della frazione. Il cippo in origine fu collocato sul muro della casa colonica, successivamente venne eretto sul luogo della fucilazione, dove tuttora si trova.
Cippo Varsellane


  • CIPPO 10 - CROCE ALLE PRADOLE: Sul valico delle Pradole dove sono i confini tra i comuni di Monte San Pietro e un tempo Savigno, ora Valsamoggia, è stato eretto un cippo, Croce alle Pradole, in ricordo dei caduti civili di quella zona. A fianco dei nomi è riportata l'età di coloro che persero la vita sotto i bombardamenti o durante i rastrellamenti e colpisce, trovare persone di tutte le età, bambini di un anno insieme a novantenni.
Cippo Croce delle Pradole

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La voce narrante è a cura degli attori della compagnia "Gaia".
Traduzione e voce narrante in inglese a cura della scuola "Elizabeth Westbury".